Continua la corsa, iniziata anni da delle Banche Centrali, all’acquisto dell’oro.
Rinnovato l’interesse da parte delle Banche Centrali di diversi Paesi all’acquisto di oro fisico. Come ha osservato James Steel, capo analista per i metalli preziosi alla banca di investimento HSBC “se una banca centrale cerca di diversificare il suo portafoglio, l’oro è un modo meraviglioso per integrare gli investimenti in dollari senza dover selezionare un’altra valuta“.
In particolare si stanno muovendo in questa direzione la Serbia, La Thailandia ed il Ghana, che dell’oro è anche uno dei maggiori produttori mondiali. Mentre Serbia e Thailandia hanno già effettuato un aumento delle proprie riserve auree, la Banca del Ghana sta lanciando proprio adesso un piano di acquisto dell’oro prodotto localmente. Il vicepresidente del Paese africano Bawumia ha affermato che i vantaggi di avere una buona quantità di oro fisico nelle riserve sono molteplici ed enormi, incluso il rafforzamento del valore della valuta locale.”
La Thailandia è risultata il maggiore acquirente a maggio con 46,7 tonnellate, con una spesa pari ad un enorme 82% degli acquisti netti totali per il mese. Alla lista si è poi aggiunta anche la Turchia, che ha aumentato le sue riserve auree di 8,6 tonnellate portando le riserve ufficiali del settore a 415; il Brasile che ha acquistato 11,9 t, il primo aumento delle proprie riserve dal 2012; il Kazakistan (5,3 t); la Polonia (1,9 t), e l’India (0,9 t). Da sottolineare il commento rilasciato dalla Banca Nazionale della Serbia, secondo la quale “a lungo termine l’oro è il più importante custode e garante della protezione contro l’inflazione e qualunque altra forma di rischio finanziario“. Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha recentemente annunciato che la banca centrale intende aumentare le riserve di metallo prezioso portandole da 36,3 a 50 tonnellate.
E’ stata l’incertezza geopolitica a scatenare la corsa all’oro delle banche centrali. A sostenere la domanda sono stati «i timori per un rallentamento della crescita globale, per le accresciute tensioni geopolitiche e per la volatilità dei mercati finanziari», ha spiegato Alistair Hewitt, analista del World Gold Council. Ma oltre questa spiegazione potrebbe esserci di piu?…Se scoppiasse un guerra cibernetica contro le istituzioni finanziarie? Che fine farebbe la carta moneta? Ma vediamo di seguito quanto ipotizzabile puo’ essere questo scenario.
Il primo attacco di pishing sui sistemi informatici di una banca risale al 2003.
Nel 2011 a superare le barriere elettroniche della banca Morgan Stanley è stato un gruppo di hacker cinesi che aveva attaccato Google. Nel 2012, invece, le due multinazionali del settore bancario Visa e Mastercard sono state oggetto di black hacking, che ha comportato il furto dei dati di oltre 10 milioni di carte di credito. Tra le due, Mastercard è stata particolarmente bersagliata in quanto, nel 2005, era già stata compromessa nei suoi meccanismi di difesa cibernetica, tanto da subire il trafugamento delle credenziali di milioni di clienti. Nel 2019, Unicredit è finito nel mirino degli hacker, con la violazione di dati che ha riguardato quasi 3 milioni di utenti in tutta la penisola tramite l’accesso non autorizzato ad un file generato nel 2015. Ma già nel 2017, l’istituto di credito era stato oggetto di un doppio attacco, che in quel caso avevano violato i dati di oltre 400mila clienti con dei prestiti attivi presso la Banca. Nel 2018, poi, altre banche italiane, tra cui Bnl, Gruppo Carige, Fineco Bank e Intesa Sanpaolo, erano finite nel mirino di hacker che avevano sfruttato il malware Danabot, in grado di manipolare la navigazione utente e quindi di accedere a dati di portali di home banking e di posta elettronica. Nello stesso periodo anche il malware Zeus/Panda che rubava password, token e cookie relativi a sessioni utente di istituti bancari o finanziari ha colpito Credem, Fineco, Gruppo Carige, Intesa Sanpaolo, Poste, Quercia, Banca Passadore, Friuladria, Bper e Inbank. Appena iniziato il lockdown, nel 2020, un attacco informatico ha consentito a un gruppo di hacker l’accesso a caselle di posta elettronica di alcuni dipendenti della Mps. Nel dettaglio, vari messaggi fraudolenti di posta vocale sono stati inviati a un numero imprecisato di clienti della banca senese. Si
Il prezzo del bene di lusso vedrà solo buone stagioni, non soltanto per il suo tradizionale mercato ma anche quelli innovativi. Infatti, come riporta ilgiornale.it del 15 aprile 2021 “Le particello d’oro battono il Covid. Nanoparticelle d’oro possono veicolare una specifica proteina all’interno dell’organismo e stimolare la produzione di anticorpi. “I peptidi sono un nuova tipologia che si sta sperimentando, esattamente come quella ad Rna”.
Molti cittadini che hanno visto diminuire il potere di acquisto delle valute dei loro stati hanno pensato bene di convertire almeno l’80% dei loro risparmi in oro fisico mantenendo inalterato il potere d’acquisto del loro capitale.
Investire oggi in oro è piu’ semplice, sicuro e con alti tassi di rendimento a capitale garantito.
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